Il Trofeo Città di Brescia si decide in una volata a tre: Favilli e il tricolore Rocchetti completano il podio
Paolo Venturini
BRESCIA Manuele Boaro della Trevigiani Dynamon Bottoli vince la quattordicesima edizione del trofeo Città di Brescia battendo, al termine di 12 giri per un totale di 124,8 km in uno sprint a tre il toscano Elia Favilli ed il lombardo Federico Rocchetti. Per il primo e terzo si è trattato di una gara sempre all’attacco, mentre il secondo si può consolare con il passaggio fra pochi giorni nei professionisti. Al via del trofeo Città di Brescia memorial Rino Fiori ed Emiliano Volpi si sono presentati 157 corridori élite ed under 23 in rappresentanza delle maggiori squadre del panorama dilettantistico italiano. Mancava il vincitore dello scorso anno, Andrea Palini della Gavardo Tecmor, vittima di un attacco influenzale. Mancava purtroppo anche il pubblico delle passate edizioni (sul traguardo era presente comunque un discreto numero di spettatori). La minaccia di un temporale e la semifinale del Mondiale di calcio hanno costituito un deterrente per molti appassionati. E mancava forse anche un’azione più incisiva degli amministratori locali (totalmente assenti eccezion fatta per l’assessore regionale allo Sport Monica Rizzi) per rilanciare una manifestazione del grande fascino. Veniamo alla cronoca della corsa. L’azione che caratterizza l’avvio della corsa nasce al termine del primo passaggio del Castello. Si avvantaggiano in dodici. Le squadre che puntano alla vittoria mandano in avanscoperta alcuni uomini. È presente la Casati Ngc Perrel, la Delio Gallina guidata da Cesare Turchetti che dopo la San Geo e il Trofeo Caduti di Soprazocco vorrebbe fare tripletta con il Città di Brescia, la veneta Zalf Fior con il velocista Costanzi, la Lucchini di patron Imerio che ha inserito questa corsa nei suoi obiettivi stagionali, la Trevigiani con tre uomini fra i quali due papabili al successo finale come il pistard Alberio e Boaro. Al quarto giro il vantaggio dei dodici fuggitivi è ancora di 58″. Nella successiva tornata il gruppo all’inseguimento si divide in due tronconi: la salita del Castello ed il vento che pare annunciare bufera, iniziano a fare la selezione da dietro. A metà gara il plotone va in frantumi. Il vantaggio della dozzina di testa, nel complesso ben assortita, oscilla sempre attorno al minuto, ma alle spalle dei primi rompe gli indugi la Zalf Fior con Matteo Busato che anticipa di pochi secondi un primo gruppetto di inseguitori fra i quali si distingue il capitano della Lucchini Ecovalsabbia, il bresciano Omar Lombardi, uno dei favoriti della vigilia e possibile professionista già dalla prossima stagione. Busato funge da lepre e il compagno di squadra Battaglin e Favilli della Petroli Firenze cercano di agganciarlo al termine del settimo giro. Rientra anche Pasqualon della Zalf ed il quartetto riaggancia a tre giri dal termine i fuggitivi della prima ora. In attesa che il gruppo rompa gli indugi in testa scoppia la bagarre. Si forma un poker al comando: Federico Rocchetti della Casati Ngc Perrel con il dorsale numero 1, in fuga dalla prima ora e capace di aggiudicarsi la classifica finale del Gran premio della montagna; il velocista Edo Costanzi della Zalf, Boaro della Trevigiani; il toscano Favilli. Alle loro spalle un sestetto. Il bergamasco Paolo Locatelli della Bergamasca cerca di scuotere il gruppo con un allungo al penultimo giro. Nell’ultima tornata il favorito Omar Lombardi compie un’azione degna di nota e si butta all’inseguimento della testa della corsa raggiungendo il piacentino Costanzi che nel frattempo ha perso terreno dai battistrada. Ma il vantaggio del terzetto è ormai incolmabile.